Il caso Giulia Cecchettin morta per mano di Filippo Turetta è arrivato a coinvolgere anche i detenuti del carcere in cui è trattenuto il ragazzo.
C’è aria di protesta nel carcere di Verona dove è detenuto Filippo Turetta, il ragazzo che ha ucciso Giulia Cecchettin. Nelle ultime ore sarebbero giunte diverse segnalazioni riguardo un trattamento di favore che il giovane starebbe ricevendo e che avrebbe, appunto, causato forti malumori negli altri detenuti della struttura.
Filippo Turetta trattato come un vip in carcere
Nelle scorse ore è saltato l’incontro tra Turetta e i suoi genitori che hanno deciso di non presentarsi in carcere per vedere il figlio dopo l’omicidio della povera Giulia. Anche questa possibilità di vedere il padre e la madre avrebbe generato dei forti malumori negli altri detenuti.
A confermarlo, come riportato da Open, le segnalazioni dei reclusi e dei loro familiari da cui è filtrata una forte irritazione perché “sono tutti concentrati sull’assassino di Giulia Cecchettin”.
Anche gli avvocati dei vari detenuti si sarebbero ribellati stando alle testimonianze dei parenti delle persone del carcere raccolte dall’associazione ‘Sbarre di Zucchero’: “Gli avvocati dei detenuti hanno fatto fatica ad incontrare i propri assistiti per colpa dei giornalisti/fotografi”.
Il Gazzettino ha anche riportato alcune parole della vicepresidente Micaela Tosato che ha riferimento come “i ragazzi dentro sono seguiti meno del solito perché, come ha detto un brigadiere al mio compagno, adesso bisogna pensare al nuovo arrivato vip. Che schifo, sono sempre più schifata. E stamattina l’assassino ha il permesso di incontrare i genitori, nonostante non sia giorno di colloqui per la sua sezione…”.
I permessi e il trattamento di favore
A dare parecchio fastidio alle altre persone del carcere sarebbero stati i permessi e alcuni trattamenti di favore che avrebbero visto appunto Turetta essere protagonista.
Nel mirino dei detenuti il fatto che il ragazzo sia stato ricoverato nel reparto di “psichiatria sperimentale”, che non prevede contatti con i familiari, almeno nella teoria. Ma anche altre situazioni come i due libri da leggere che avrebbe richiesto e che gli sarebbero stati concessi: uno di Agatha Christie e l’altro di Aleksander Puskin.